Stretta in una morsa fra la grande placca euroasiatica e quella
africana, si è delineata una placca minore che i geofisici hanno
battezzato «blocco siculo-ibleo». Essa comprende gran parte della
Sicilia e dei mari circostanti, fa parte della placca africana, ma ha
una sua dinamica peculiare, ed è responsabile dei grandi terremoti cui
va soggetta la Sicilia. La descrizione di questa unità geodinamica è
merito di un numeroso gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di
geofisica e vulcanologia (Ingv) e delle università di Catania e Napoli,
il cui lavoro sta per essere pubblicato sulla prestigiosa rivista
internazionale Journal of Geophysical Research (Gps velocity and strain fields in Sicily and southern Calabria, Italy: updated geodetic constraints on tectonic block interaction in the central Mediterranean).
Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in oil sands sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasportata viene la
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