Passa ai contenuti principali

Bollettino di vigilanza meteo nazionale

Fase Previsionale del 14 gennaio 2013
Precipitazioni:
-    da sparse a diffuse, a prevalente carattere di rovescio o temporale, su Lazio meridionale e Campania, con quantitativi cumulati da moderati ad elevati;
-    da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, sul resto del Lazio e su Toscana, Umbria e settori occidentali di Abruzzo e Molise, con quantitativi cumulati generalmente moderati;
-    sparse, localmente anche a carattere di rovescio o temporale, sui settori occidentali della Sardegna e su Sicilia occidentale e settori tirrenici di Basilicata e Calabria settentrionale con quantitativi cumulati da deboli a puntualmente moderati;
-    isolate sul resto del Centro-Sud e sulla Romagna, con quantitativi cumulati deboli.
Quota neve:
-    fino a quote di pianura su entroterra ligure, Piemonte, Lombardia, Emilia occidentale, Trentino Alto Adige, settori di pianura interni e settentrionali del Veneto,  e sul Friuli Venezia Giulia, con apporti al suolo generalmente moderati;
-    al di sopra dei 600-800 m sul versante toscano dell’Appennino settentrionale, con apporti al suolo moderati;
-    al di sopra degli 800-1000 m sull’Appennino centrale, con apporti al suolo moderati.
Visibilità: ridotta nelle precipitazioni più intense, specie quelle nevose.
Temperature: senza variazioni significative.
Venti: forti settentrionali su Liguria e di bora sul Golfo di Trieste, in attenuazione; forti nord-occidentali sulla Sardegna; localmente forti meridionali al centro-sud, con raffiche di burrasca sulla Puglia meridionale. Tendenti a localmente forti occidentali sulla Pianura Padana centro-orientale e sulle Marche.
Mari: generalmente molto mossi, localmente agitati il Mare di Sardegna, il Tirreno, il Mar Ligure al largo, lo Ionio e l’Adriatico meridionale.

Commenti

Post popolari in questo blog

Oil sands: può essere la risposta al nostro bisogno energetico???

Le sabbie bituminose ( oil sands o tar sands ) sono generalmente depositi sabbiosi-argillosi non cementati ad elevata porosità che contengono oli viscosi (bitume) non mobili da cui si estrae (con tecniche ad altissimo impatto ambientale ) una sostanza oleosa ad alto contenuto in zolfo e con elevata viscosità, che può poi essere convertita in greggio e successivamente raffinata per ricavarne dei derivati. Le maggiori riserve in  oil sands  sono, in Canada (Stato di Alberta: Athabasca, Cold Lake, Peace River), nel bacino dell’Orinoco in Venezuela e in Russia (Piattaforma Siberiana, Malekess). Altri giacimenti importanti in sabbie bituminose si trovano in Cina, India, Indonesia, Brasile ed Ecuador. Per estrarre l'olio dalle sabbie e poterlo trasportare, si utilizzano principalmente due metodi che dipendono dalla profondità a cui si trovano le miniere: se a cielo aperto, la sabbia bituminosa viene estratta con l'ausilio di escavatori ed una volta trasportata viene la

Il principio dell'isostasia: perché gli oceani sono profondi e le montagne alte?

Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m.  Perché tale differenza?  La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia

La "terra mobile" di Wegener e la deriva dei continenti

Fig. 1 - Ricostruzione del Pangea e della sua evoluzione paleogeografica. L'idea di una " Terra mobile ", la cui superficie cambia aspetto nel tempo per il continuo reciproco spostarsi di settori della crosta, è nata all'inizio del secolo scorso ed ha avuto il suo principale teorico in Alfred Wegner , ben noto per avere proposto la teoria della deriva dei continenti. Wegner considerava le aree continentali come zattere di sial galleggianti sul sima, indicando con sial (da silicio a alluminio) la crosta a composizione media granitica, meno densa, e con sima (da silicio a magnesio) il materiale sottostante, più denso, di composizione basaltica, che affiorava sul fondo degli oceani e costituiva, secondo l'autore, un involucro continuo (Fig. 1). Nella teoria, i grossi frammenti di crosta sialica, immersi nel sima molto viscoso " come iceberg nell'acqua " sarebbero andati pian piano alla deriva verso ovest, per restare in ritardo rispetto la ro