Dopo la conclusione dell'episodio eruttivo parossistico al Nuovo Cratere di Sud-Est dell'Etna nella mattinata del 17 novembre 2013, una modesta attività stromboliana si è protratta al medesimo cratere fino alla tarda serata; dopo il tramonto era inoltre visibile una piccola colata lavica alimentata da una bocca effusiva posta sul basso versante orientale del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est. Questa colata, sebbene scarsamente alimentata, ha percorso circa 1 km in direzione della parete occidentale della Valle del Bove, ed è possibilimente tuttora attiva. Le cattive condizioni meteorologiche non stanno permettendo una continua osservazione dell'attività tramite la rete di telecamere di sorveglianza; tuttavia l'ampiezza del tremore vulcanico si mantiene su livelli relativamente bassi e negli intervalli di visibilità non è evidente alcuna attività esplosiva.
Le terre emerse sono più rilevate dei fondali oceanici, sia perché sono costituite da rocce più leggere, sia perché formate da una litosfera più spessa. Le rocce più comuni dei continenti sono a composizione granitica e risultano generalmente più leggere di quelle basaltiche, tipiche dei fondali oceanici. La diversità di peso fra graniti e basalti non basta, però, da sola a spiegare, per esempio, il forte dislivello tra la catena himalayana, che supera gli 8000 m di altitudine, e il fondo dell'oceano indiano, che raggiunge profondità superiori ai 10000 m. Perché tale differenza? La risposta viene dal principio dell'isostasia, che mette in relazione le quote di continenti e oceani con la densità delle rocce della crosta e del mantello. Secondo questo principio, le zolle in cui la litosfera è suddivisa galleggiano, per la loro relativa leggerezza, sull'astenosfera, che si comporta come un fluido particolarmente denso e pesante. Fig . 1 - modello dell'Isostasia
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